Lascia che i morti seppelliscano i loro morti!
(Matteo 8,21-22)
#61
NOTTURNO
1.
Qualunque cosa sappiate di New
Orleans sarà sempre troppo poco. Oltre le luci di Bourbon Street, oltre il
folklore del Vieux Carré, il famoso Quartiere Francese, c’è un mondo che vive
nell’oscurità, dove antico e moderno si fondono. Un mondo dove una cartomante
può essere una ciarlatana o avere davvero il dono di vedere nel futuro, dove
quelle che di giorno sono efficienti segretarie, la notte si spogliano dei loro
abiti per partecipare a cerimonie orgiastiche e dove compassati professori in
segreto studiano tomi maledetti dedicati ad orribili divinità preumane.
In mezzo a questa gente c’è un uomo
a cui il destino ha affidato il compito di baluardo tra la popolazione ignara e
le forze oscure che la minacciano. Il suo vero nome è Jericho Drumm ed una
volta era solo un eminente psicologo. Ora è conosciuto come Fratello Voodoo.
Il Tipitina Club è il locale diretto
da sua nipote Collette e dove chi cerca Fratello Voodoo ha buone probabilità di
trovarlo.
Il club è un luogo neutrale dove i
praticanti delle varie forme di magia e gli adepti dei culti più strani possono
incontrarsi lasciando alla porta le loro varie faide. Se uno osa entrarci può
assistere alle cose più strane ma senza pericoli per la sua incolumità. Non c’è
un codice di vestiario per il club, potete entrarci anche nudi se vi va, ma non
tentate di superare il gigante alla porta perché non la varcherete mai senza il
suo permesso.
Seduto ad un tavolo su una
piattaforma Fratello Voodoo osserva la varia umanità che lo circonda. Al suo
stesso tavolo ci sono un’attraente donna bianca e bionda ed un uomo di colore,
proprio come lui, vestito con jeans, maglione rosso e giubbotto di pelle scura.
Un uomo che si guarda intorno con aria cupa e poi dice:
-C’è puzza di
soprannaturale qui.-
-Temo che le tue
delicate narici dovranno abituarsi, Blade…- replica Fratello Voodoo -… qui il
soprannaturale in tutte le sue forme è di casa.-
-Rilassati Eric.-
aggiunge la compagna del cacciatore di vampiri chiamato Blade -Siamo da poco
scampati alla morte… e a qualcosa di peggio, per un po’ potresti smettere di
pensare alla tua missione.-
Donna Garth deve essere l’unica ad
usare il vero nome di Blade, un nome che lui stesso deve far fatica a
ricordare, il che la dice lunga sul legame che si è creato tra loro. D’altra
parte neanche Donna ha una vita esattamente normale: suo padre è uno zombie,
anzi, da queste parti è lo Zombie per antonomasia.
Mentre sta facendo queste
riflessioni Fratello Voodoo si blocca di colpo: nel locale è appena entrata una
giovane donna di colore molto attraente, una che lui non vedeva da molto tempo.
Quasi senza accorgersene le sue
labbra pronunciano un nome:
-Loralee.-
Philip Russell guarda il giovane
uomo dai capelli biondi seduto davanti a lui ed esclama sorpreso:
Jack! Sei proprio tu?
Cosa ci fai qui?-
C’è uno strano luccichio negli occhi del nuovo arrivato
mentre risponde:
-Sono qui per te,
“zietto caro”. Noi due dobbiamo parlare.-
Si alza dalla
poltrona e mentre lo fa i suoi lineamenti mutano assumendo la forma del muso di
un lupo dal pelo fulvo ed il suo intero corpo si ricopre di pelo.
Philip apparentemente non si scompone e replica:
-Credi di
impressionarmi?-
-Non l’ho mai pensato, Philip.
Volevo solo che tu capissi quanto sono determinato. Ora che ne dici se parliamo
da pari a pari?-
-Dunque lo sai?-
l’espressione sul volto di Philip è di genuino stupore mentre si allenta il
colletto per poi sfilarsi la giacca.
-Non da molto. Ci hai
ingannati proprio per bene.-
-Non era mia intenzione, credimi. Ho solo
pensato che non fosse il caso di informare te e tua sorella. Tua madre
ovviamente sapeva… sapeva che anch’io avevo la maledizione di famiglia…- Philip
si sfila anche la camicia -… e avevo imparato come controllarla ed
eventualmente sopprimerla.-
-Una conoscenza che non hai
condiviso con mio padre.-
-Non feci a tempo:
quando rientrai dai miei viaggi lui era già morto e come ho detto non ritenni
che voi doveste sapere.- si sfila le scarpe ed i pantaloni cadono a terra -Vuoi
che lo ammetta? Va bene: sbagliavo.-
Ora al posto di Philip Russell c’è un licantropo dal pelo
nero che digrigna i denti.
I due lupi mannari si fronteggiano, poi è Jack Russell a
rompere il silenzio:
-Parliamo della nostra
famiglia.-
Tilda
Johnson alza appena la testa quando la porta della sua cella si apre e nel vano
appare la figura dell’Ispettore della Polizia Metropolitana della Grande Londra
di nome Constance Johanssen.
-Muoviti cocca.- le
dice senza tanti preamboli -Il giudice non ama aspettare.-
-Ce ne avete messo
di tempo.- replica la giovane donna di colore con un chiaro accento di New York
-Non avete l’habeas corpus da queste parti? Credevo l’aveste inventato voi
Inglesi.-
-Ci abbiamo messo
un po’ a decidere quali accuse formalizzare. Sai: multipli omicidi,
cannibalismo. Cose così.- ribatte la Johanssen -Ora sbrigati.-
-Tanto evaderò come
ho sempre fatto.-
-Se il pensiero ti
consola.-
-Quando tornerò ad
essere una licantropa ti squarcerò il collo e danzerò nel tuo sangue.-
-Non sto più nella
pelle ora che lo so.-
Tilda viene spinta lungo un
corridoio e rimane in silenzio. Se la caverà anche stavolta e quell’arrogante
poliziotta sarà la prima a subire la sua vendetta, questo è certo.
2.
Frank Drake
osserva compiaciuto il costume appena completato da Mira Nital
-I miei complimenti,
donna, hai fatto davvero un ottimo lavoro.-
La donna indiana non replica, completamente soggiogata
dai poteri ipnotici dell’uomo in piedi davanti a lei. Non può nemmeno pensare
al fatto che è stato proprio quell’uomo, o meglio la malvagia coscienza che ora
ne occupa il corpo, a privarla delle gambe e costringerla su una sedia a
rotelle così come ha privato suo marito Taj della voce.
Sono le mani di Frank Drake a stringere il costume nero
simile a quello del Barone Sangue ma sono gli occhi di Vlad Tepes Dracula ad
osservarlo.
-Grazie a questo
costume…- dice -… potrò muovermi indisturbato senza che i miei nemici
sospettino che sono tornato. E ora pensiamo a quella strana vampira. Presto
sarà di nuovo notte e lei tornerà e allora riprenderemo il discorso interrotto:
o sarà alleata di Dracula o morirà.-
Katherine Fraser rimane col fiato sospeso mentre il suo
ginecologo osserva i risultati degli esami.
-Allora, dottore?-
chiede con impazienza.
-Allora non ci sono
dubbi, Miss Fraser.- risponde il medico -Lei è incinta.-
Negli occhi e sul volto della poliziotta scozzese non c’è
la gioia che ci si aspetterebbe ad una notizia simile ma piuttosto inquietudine
e paura.
L’ultima cosa che Elsa Bloodstone ricorda è di aver
sparato a Lilith Dracula col suo fucile speciale antimostri. Non deve aver
funzionato perché altrimenti lei non si troverebbe in questo posto, dovunque
sia, incatenata per i polsi e le caviglie
-Finalmente sei sveglia.-
La voce
sferzante di Lilith la riporta alla realtà. La Regina dei Vampiri è davanti a
lei sorridente.
-Elsa… la più giovane dei Bloodstone… irruenta ed
impulsiva… troppo per il tuo bene. Non credo che tuo padre ne sarebbe felice.-
-Liberami e ti faccio vedere io quanto sono tosta
fo§§°#ta p#§§&&a di una vampira.- ribatte Elsa.
-Che disdicevole linguaggio per una ragazza della tua
età. Tuo padre e tua madre avrebbero dovuto insegnarti meglio l’educazione ma
oramai temo sia troppo tardi.- le afferra il viso e lo volge verso di lei -Ora
mi dirai se mi hai dato la caccia di tua iniziativa o chi ti ha mandato sulle
mie tracce e perché.-
-Col ca…-
-Ancora questo linguaggio triviale? Dovrei darti davvero
una severa lezione ma per stavolta lascerò correre. Ora guardami. Guardami
bene!-
Elsa
fissa gli occhi della figlia di Dracula e le sembra che occupino l’intera
stanza, che la risucchino verso di loro, la avvolgano. Non si accorge nemmeno
di stare cominciando a parlare.
3.
Jericho Drumm non
pensava davvero di rivedere la giovane donna di colore che è appena entrata al
Tipitina Club e men che meno di vederla venire direttamente verso di lui.
L’ultima volta che ha incontrato Loralee Tate non si sono lasciati molto bene,
per usare un eufemismo.
-Ciao Jericho.- lo saluta lei con evidente imbarazzo.
-Loralee…-
C’è un
silenzio imbarazzato da entrambe le parti, poi Loralee sembra prendere il
coraggio a due mani e dice tutto d’un fiato:
-Ho bisogno del tuo aiuto.-
E
Fratello Voodoo non può che ascoltarla.
Due
licantropi si fronteggiano digrignando i denti.
-Ti consiglio di essere onesto
con me, “zio”.- dice quello più giovane.
-O altrimenti userai la
forza?- ribatte l’altro –Non sarebbe facile quanto credi.-
-Non mi sei mai stato molto
simpatico, Philip. Hai sempre avuto troppi segreti, come l’aver nascosto a me e
Lissa che eri il fratello di nostro padre.-
-Tentavo di proteggervi ma ho
sbagliato, lo ammetto. Ora, però, quello che conta di più per me è quel che sta
accadendo a mia figlia.-
-Nina… ne ho sentito parlare.-
Il confronto tra i due licantropi viene improvvisamente
interrotto perché qualcosa viene gettato attraverso la finestra della suite
infrangendola. Qualcosa che altro non è che il corpo di una giovane donna a dai
capelli rossi.
-Ma cosa…?- esclama il licantropo più anziano.
-Philip Russell...-
La voce appartiene ad una donna e viene da una nebbia che
si condensa nella forma di una giovane donna vestita di una calzamaglia nera
scollata fin sotto l’ombelico ed i cui capelli neri sono trattenuti da una
tiara dorata. Una donna che sfodera canini appuntiti.
-La tua famiglia ha dato
sempre fastidi alla mia, Russell…- continua -… ma è la prima volta che uno di
voi assolda una mercenaria per uccidere uno di noi Dracula.-
-Lilith!- esclamano all’unisono i due licantropi.
La vampira volge lo sguardo verso il più giovane.
-Jacob Russell… avevo
concluso una tregua con tua sorella ma tuo zio ha mandato contro di me
quest’aspirante cacciatrice di mostri.-
-E tu l’hai uccisa.-
-Vivrà. A dispetto della
sua giovane età ha una scorza dura ma sarebbe morta se avessi voluto. Una
risposta adeguata ad un’aggressione immotivata.-
-Tu hai aggredito mia figlia, l’hai quasi uccisa.- replica
Philip Russell.
-L’ho fatto? Quando sarebbe avvenuta questa
aggressione di cui parli?-
-Quattro
giorni fa.-
-Ammetto di essermi nutrita in questo
periodo, ma non di giovani donne.-
-E noi dovremmo crederti?- ribatte
Jack Russell.
-La parola della figlia di Dracula non può
essere messa in discussione.-
-Detto da una che non ha mai avuto problemi a
mentire.-
Lilith
sogghigna.
-Non lo nego.- replica -Indagherò su chi tra
i miei vampiri ha aggredito tua figlia e punirò personalmente il responsabile
ma tu cessa i tuoi attacchi, Russell, o tra di noi sarà guerra, una guerra che
tu e i tuoi non potrete vincere.-
Detto
questo la Regina dei Vampiri si tramuta in pipistrello e vola via dalla
finestra distrutta.
-Una guerra tra licantropi e vampiri. Roba da
brutto film per adolescenti in calore.- commenta Jack tornando umano -Ma ha ragione:
non possiamo sostenerla.-
-I licantropi della nostra specie sono pochi
e non organizzati.- ammette Philip anche lui di nuovo in forma umana -Lilith,
invece può radunare decine di vampiri nella sola Londra. Siamo in svantaggio,
non c’è dubbio, ma non mi piace l’idea di lasciare ad altri la punizione
dell’aggressore di Nina, sempre ammesso che Lilith abbia detto la verità.-
-Forse io ho qualche idea ma adesso è il
momento che pensiamo a questa ragazza.-
Jack torna in forma
lupina per prendere Elsa tra le braccia e deporla sul divano, poi, tornando
umano, si rivolge ancora allo zio:
-Chi è? A quanto ho capito l’hai mandata
contro Lilith. È carina ma avrà poco più di 18 anni, come ti è saltato in
mente?-
-Si chiama Elsa Bloodstone e per quanto sia
giovane si è già fatta un nome come cacciatrice di mostri, un business in cui a
sua famiglia è da millenni.-
-Bloodstone, sì. Credo di aver sentito questo
nome. In effetti sembra solo un po’ ammaccata ma viva. Meglio chiamare un
medico e ti conviene trovare una buona spiegazione anche per il disastro
combinato da Lilith… poi parleremo di Nina e di quello che le è successo.-
Sospirando
Philip Russell comincia a fare una telefonata.
Danielle Seward osserva
l’edificio vittoriano davanti a lei e storce le labbra.
-C’è molto da lavorare, ma ci si può cavare qualcosa.-
dice.
-Che posto è questo?- chiede Saffron Caulder.
-Una volta era un manicomio. Il mio trisnonno ne era il
direttore. L’hanno chiuso più o meno sessant’anni fa e da allora nessuno ci è
più venuto. Mio fratello l’ha comprato a poco prezzo anni fa. Voleva
ristrutturarlo ma non ne ha mai avuto il tempo.-
-E ora vorresti farlo tu?- la spogliarellista di colore è
decisamente perplessa -Ma perché?-
Danielle
sorride prima di rispondere:
-Vedrai, tesoro, vedrai.-
4.
Gli
obitori si assomigliano tutti, stessi box metallici, stesso odore di
formaldeide e disinfettanti che provano a nascondere quello della morte e non
sempre ci riescono.
Fratello Voodoo si muove con
naturalezza in questo ambiente. Conosce la morte, l’ha sperimentata lui stesso
in passato e lo spirito del gemello morto, il precedente Fratello Voodoo, lo
accompagna sempre e forse è lui a suggerirgli quale scomparto aprire:
appartiene ad un uomo di colore morto in circostanze sospette, così recita la
targhetta, e in attesa di autopsia.
Jericho Drumm non è sorpreso quando
gli occhi del cadavere si aprono e il suo braccio destro si protende verso il
suo collo. Con stretta ferma gli blocca il polso mentre l’altro emette un verso
gutturale e tenta di alzarsi. Fratello Voodoo ha già combattuto cadaveri
animati e li ha sempre sconfitti. Riesce ad allontanare il suo avversario e
pronuncia formule antiche in una lingua che è un misto di lingue africane e
Creolo della Louisiana ma senza alcun effetto apparente, poi sente un rumore
alle sue spalle. Da altri scomparti della morgue altri cadaveri premono per
uscire.
Le cose rischiano di mettersi male.
Lily Cromwell non dorme mai, la cosa
più vicina al sonno che conosce è una catalessi in cui cade talvolta, ma
assomiglia più ad un dormiveglia in cui una parte di lei rimane sempre vigile e
cosciente.
Lily è una vampira, ma di un tipo
particolare: quella che possiamo chiamare una pozione magica l’ha resa immune o
quasi alle tradizionali debolezze dei vampiri e capace di sostenere la luce del
giorno. Non è la sola a possedere queste qualità, c’è anche un’altra, una a cui
deve suo malgrado, obbedienza e sottomissione, la stessa che ora entra nella
stanza.
-Preparatevi, miei
Supernaturals.- dice Lilith Dracula, Signora dei Vampiri -Stanotte libereremo
la vostra compagna.-
Frank Drake sorride soddisfatto. I
suoi piani stando andando a buon fine. Ora deve sistemare solo un tassello.
Mentre il sole tramonta il suo corpo muta ed in breve al posto di Frank Drake
c’è il suo antenato, il Conte Dracula che si avvicina al costume sul letto.
Si spoglia rapidamente e lo indossa.
Adesso, Nina Price, pensa, io e te ci confronteremo per l’ultima volta.
5.
Le prime ombre della sera colorano
l’orizzonte di un rosso intenso e per la ragazza di nome Nina Price questo vuol
dire che un incubo potrebbe ricominciare. Non solo ha appreso che sui membri
della sua famiglia grava un’antica maledizione che li trasforma in licantropi
alla prima luna piena in coincidenza o immediatamente successiva al loro
diciottesimo compleanno, ma l’aggressione che ha subito da una misteriosa
vampira proprio quando stava per raggiungere il fatidico compleanno ha alterato
la maledizione trasformandola in… cosa?
Sua cugina Lissa Russell le si
avvicina.
-Non aver paura.-
le dice -Io sono con te.-
-Ne ho, invece.-
ribatte Nina -Cosa so…-
Non termina la frase. Il sole
scompare definitivamente all’orizzonte e Nina sente di nuovo arrivare la
trasformazione che teme. Si piega in avanti tenendosi le tempie con le mani, La
pelle diventa color bianco latte, le pupille diventano rosse e i suoi canini si
allungano, ma non c’è solo una trasformazione fisica a tormentarla.
-Cosa sono?- si
chiede.
-Un ibrido, direi.-
risponde suo padre.-I licantropi normalmente sono immuni agli effetti
collaterali dei morsi dei vampiri ma quando tu sei stata morsa nella notte in
cui avresti dovuto trasformarti in licantropa qualcosa è successo, non so
perché, e ora di notte diventi una vampira o qualcosa di simile. Mi chiedo che
accadrà la prossima notte di luna piena.-
-Che m’importa?-
esclama la ragazza -Quel che m’importa è che sento la sete, la sete di sangue e
devo… voglio soddisfarla.-
-Resisti, puoi
farlo.- replica Philip Russell -Non è una vera sete, ma una dipendenza come una
droga.-
-Che ne sai tu?-
sbotta Nina -Lasciami stare.-
Spicca il volo e a mezz’aria diventa
un pipistrello.
-Maledizione!-
esclama Russell. -Devo...-
-Lascia che ci pensi io.- gli
dice sua nipote che ha appena assunto la sua forma di licantropa.
Senza aspettare risposta si lancia
oltre il terrazzo.
L’intero obitorio della Orleans
Parish è in rivolta: i cadaveri si sono svegliati. Su alcuni di loro è ben
visibile l’incisione a y dell’autopsia da poco ricucita.
Fratello Voodoo li vede avanzare
goffamente e capisce che non sono i normali zombie con cui ha avuto a che fare.
Un pensiero buffo gli sale alla mente: sono capitato sul set di un film di
George A. Romero.
Prova a respingerli, li colpisce uno
dopo l’altro, ma loro sono come una marea umana e alla fine lo sommergono.
Cimitero di Saint Louis, New Orleans. Un pesante blocco
di pietra chiude un sarcofago ma dall’interno si odono colpi sordi. Qualunque
cosa o chiunque ci sia all’interno vuole uscire.
FINE
SESSANTUNESIMO EPISODIO
NOTE DELL’AUTORE
Praticamente nulla da dire su quest’episodio, quindi non
mi dilungo oltre e vi avverto che nel prossimo la nostra trama di licantropi e
vampiri vi riserverà delle sorprese.
Non mancate.
Carlo